Ricordo ancora: era il 13 giugno 2017, giorno di Sant’Antonio. C’era la festa del chiostro della Chiesa, una festa che facciamo ogni anno qui in Antoniano e alla quale partecipano tutti. Per la prima volta vedo questa ragazza. In braccio ha un bimbo che scruta con attenzione tutto quello che lo circonda. Mi colpisce subito perché è molto piccolo. Silvia, l’operatrice che li ha seguiti fin dal loro arrivo in Italia e in Antoniano, mi dice che Daniel – questo il nome del bimbo – è così piccolo perché nato 6 mesi prima molto prematuro. Mi mostra dal telefonino una foto fatta alla sua nascita, era grande quanto il palmo di una mano e pesava solo 500 grammi. Raissa invece mi colpisce per la sua bellezza e per i suoi occhi che sembrano nascondere un passato difficile.
Mi avvicino a lei e Daniel mi fa uno dei suoi migliori sorrisi. Iniziamo a chiacchierare e mi racconta un po’ di lei. Mi parla del suo paese d’origine, della sua famiglia rimasta là, e di Daniel che, nonostante abbia 6 mesi sembra ne abbia due da quanto è piccino. Col tempo ho imparato molto della sua vita. Decide di scappare dal suo paese per motivi politici e religiosi (lei e la sua famiglia fanno parte della minoranza cattolica). Il viaggio che affronta per lasciare la sua casa, inizia una notte e si conclude molti mesi dopo, finalmente in Italia, al sicuro. Il viaggio è stato molto duro ma la sua è una storia a lieto fine, grazie a te. La sua vita è piena di cambiamenti, di alti e bassi.
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