Le Parole di Francesco che non scorderemo

di fra Giampaolo Cavalli, ofm – Direttore dell’Antoniano di Bologna

 

 

Dopo quella piazza di San Pietro vuota durante la pandemia, dove un uomo vestito di bianco ha accompagnato la preghiera e l’affanno di tutta l’umanità, Papa Francesco è diventato ancora di più parte della vita di molti. Fratello, compagno, maestro, padre, nonno.

Sempre attento a raccontare quanto la vita possa essere affascinante se si prova a mettere le radici sul terreno buono del Vangelo di Gesù, che per lui aveva una sintesi speciale, misericordia. Accoglienza senza remore e senza frastuoni di ogni vita, di ogni storia, di ogni volto. Ha scelto di raccontare così la bellezza del volto di Dio e del credere nel Signore Gesù. Chi sono io per…

Il nostro impegno quotidiano per la povertà e a favore della musica per l’infanzia e della cura dei più vulnerabili trova una fonte inesauribile di ispirazione nei gesti e nei messaggi del Santo Padre.

In ogni sua parola risuona la voce dei più fragili, dei bambini e delle famiglie segnate dalle difficoltà; in ogni suo appello si fa forte l’invito alla fraternità e alla solidarietà, pilastri del nostro servizio come Frati Minori Francescani dell’Antoniano e del mondo.

francesco

Nel Messaggio per la VII Giornata Mondiale dei Poveri (19 novembre 2023), Papa Francesco ci dice:

«Ogni giorno siamo impegnati nell’accoglienza dei poveri, eppure non basta. Un fiume di povertà attraversa le nostre città e diventa sempre più grande fino a straripare; quel fiume sembra travolgerci, tanto il grido dei fratelli e delle sorelle che chiedono aiuto, sostegno e solidarietà si alza sempre più forte. Per questo, nella domenica che precede la festa di Gesù Cristo Re dell’Universo, ci ritroviamo intorno alla sua Mensa per ricevere nuovamente da Lui il dono e l’impegno di vivere la povertà e di servire i poveri

Le parole di Francesco sul dramma della povertà, affiancate al suo costante richiamo alla dignità umana, hanno guidato e fatto luce sulle nostre iniziative di sostegno per le famiglie in difficoltà a Bologna, in Italia e all’estero (Siria, Ucraina e Romania) dove grazie alle tante realtà francescane di Operazione Pane ci impegniamo da tempo a dare un pasto caldo, una casa, un lavoro ma soprattutto una comunità di fratelli e sorelle a chi ha perso tutto, affinché possa ricominciare.

In questo cammino è un dono per noi non essere soli. Sarebbe impossibile se non avessimo accanto tante donne e tanti uomini che ci sostengono e che – come ci ricorda Francesco – «vivono la dedizione ai poveri e agli esclusi e la condivisione con loro; persone di ogni età e condizione sociale che praticano l’accoglienza e si impegnano accanto a coloro che si trovano in situazioni di emarginazione e sofferenza. Non sono superuomini, ma “vicini di casa” che ogni giorno incontriamo e che nel silenzio si fanno poveri con i poveri. »

No, non siamo soli e questo nutre ogni giorno la speranza che la terra possa realmente essere un luogo di pace, dove davvero “riconoscersi fratelli tutti, qualsiasi sia la nostra provenienza“.

Papa Francesco

Ho un ricordo vivo, intimo del 7 dicembre 2017.

I bambini del Piccolo Coro con i genitori, qualche amico siamo stati ricevuti dal papa e accolti in una delle bellissime sale dei palazzi vaticani. Il Papa, lo abbiamo scoperto dopo, di solito arrivava sempre in anticipo agli appuntamenti. Il traffico di Roma, i controlli, i corridoi lunghissimi, siamo arrivati in ritardo, molto in ritardo.

Abbiamo fatto attendere il Papa. Il Papa ci ha aspettati, come si fa con un amico con cui si ha un appuntamento e per qualche motivo tarda ad arrivare. Ricordo benissimo le parole non scritte con cui ci ha salutato. Ci diceva di quanto è bello aspettare qualcuno che si desidera incontrare, spunto per proporci una riflessione sui giorni che mancavano al Natale.

In quell’occasione la direttrice non scelse di cantare il coccodrillo, ma Benedizione, Se per miracolo. Il clima era intenso, emozionante, alto come l’occasione poteva suggerire. Lui che ci ha aspettato, come ha fatto in tantissime occasioni ha voluto salutare tutti i presenti e prima degli adulti è andato in mezzo ai bambini per una carezza, la stretta di una mano, battere il cinque. L’accoglienza a casa sua, il suo mettersi in mezzo a noi, l’attenzione con cui ci ha ascoltato ci ha fatto percepire come nonostante lui fosse il Papa e avesse cose importantissime da fare e illustri personaggi da incontrare, in quel momento lui era lì solo per noi.

Anzi ha voluto indicarci vie di speranza nella nostra storia e nell’impegno dei bambini del coro.

«Vi ringrazio perché voi unite le generazioni. Capite cosa voglio dire? Significa che le vostre canzoni piacciono ai piccoli e ai grandi, specialmente ai nonni. Le cantano insieme papà e mamma, i nonni e i nipoti. Sì, è così! Alcune canzoni dello “Zecchino d’Oro” uniscono le generazioni. E questo è molto bello e importante! C’è bisogno di legare le diverse generazioni; in particolare di favorire il dialogo tra gli anziani e i più giovani, tra i nonni e i nipoti. Questo è importante: parlare con i nonni, ascoltare i nonni.»

«Voi fate questa bella esperienza di cantare insieme, di creare armonia con la varietà delle vostre voci. Pensate: se le vostre voci fossero tutte uguali, tutte identiche, ma che coro sarebbe? Sarebbe noiosissimo, anche brutto. Che musica verrebbe fuori? Niente. Non ci sarebbe nessuna armonia, ma solo un unico suono noioso… Invece noi siamo tutti diversi e da questa diversità possiamo formare una sinfonia di voci. Per formare una sinfonia di popoli. Questo è l’importante: che tutti i popoli cantino insieme, che ci sia la pace. E questa è la pace. Ascoltate bene questo: la pace non appiattisce le differenze, no, la pace è l’armonia delle differenze. »

(dal Discorso del Santo Padre Francesco al Piccolo Coro dell’Antoniano di Bologna e ai Cori della Galassia dell’Antoniano – Aula Paolo VI – 19 marzo 2022)

Papa Francesco aveva a cuore i bambini, conosceva il loro super potere di farci guardare le cose da un punto di vista inedito e più umano, amava interrogarli ed ascoltarli e non temeva mai le domande argute e curiose che gli ponevano. Con la sua consueta ferma dolcezza ricordava loro, ma soprattutto a tutti noi, quanto la loro voce debba alzarsi ed essere ascoltata: «La voce dei bambini è necessaria. E voi dovete aiutare perché gli adulti ci ascoltino, che gli adulti vi ascoltino, e poi fatevi sentire dagli adulti perché voi siete messaggeri di pace. Diciamo insieme: “i bambini sono messaggeri di pace”».

(Discorso del Santo Padre Francesco ai Bambini Di Varie Parti Del Mondo -Aula Paolo VI- 6 novembre 2023)

Per loro e con loro ha voluto vivere la prima Giornata Mondiale dei Bambini e delle Bambine tenutasi a Roma allo stadio Olimpico il 25 maggio 2024, dove ha dialogato a lungo con loro – ascoltando canzoni e distribuendo buone parole e tante caramelle – e rispondendo, tra le tante, ad una domanda semplice “se potessi fare un miracolo, quale faresti?” con un messaggio tanto deciso quanto rivoluzionario: «È facile: che tutti i bambini abbiano il necessario per vivere, per mangiare, per giocare, per andare a scuola. Questo è il miracolo che a me piacerebbe fare. Voi dovete bussare alla porta dei grandi: papà, mamma, perché ci sono bambini che non hanno da mangiare?  Papà, mamma, perché c’è gente che dorme sulla strada? Papà, mamma, perché c’è gente che non ha lavoro? Voi dovete fare queste domande e, anzi, dovete farle a Dio! Dio, perché questo? Che il Signore ci aiuti. Voi bambini potete fare una vera rivoluzione con queste domande e con queste inquietudini. Avanti e coraggio!»

Francesco

Concludo con le parole di saluto che ho rivolto a papa Francesco in occasione dell’incontro con lui in Sala Nervi il 19 marzo 2022.

C’era tutto Antoniano, c’erano i cori della Galassia, eravamo proprio tanti in quella sala: «Santo Padre, in questi due anni, più di sempre, è stato con noi, ci ha fatto compagnia, ci ha sostenuti, ci ha spronati, ci ha dato motivi per guardare avanti, ci ha aiutato a sperare. Ci ha insegnato a riconoscerci fratelli tutti qualsiasi sia la nostra provenienza, insieme a lei ci siamo scoperti più comunità, fianco a fianco nella stessa barca, ci ha ricordato che non possiamo pensarci da soli, che se pensiamo solo a noi stessi non c’è futuro, che se non ci sono sogni non c’è vita, e che solo i sogni sognati insieme diventano vita, noi siamo qui per questo, grazie santo Padre. Non crediamo nelle barriere, non crediamo nella guerra, vogliamo la pace, vogliamo un modo di tutti fratelli, senza escludere nessuno.»

Al Signore della vita, la nostra preghiera per Papa Francesco! A Papa Francesco il nostro grazie più sincero per ogni Parola, ogni gesto. Quelli pensati proprio per noi e che non scorderemo e quelli che abbiamo ascoltato, visto, desiderato negli anni in cui sei stato il Vescovo di Roma, per tutte le volte che ci ha ricordato quanto siamo tutti figli in questa terra che tutti ci accoglie e che sappiamo di dover ogni giorno imparare ad amare.