Quando dalle ripetizoni può nascere un’amicizia
Francesca, una volontaria dei laboratori, racconta le sue lezioni di fisica con SandyUna nuova storia dai laboratori di Antoniano. Leggi il racconto di Francesca, una nostra volontaria:
Le lezioni tra me e Sandy di fisica iniziate il 21 gennaio e che dovevano essere inizialmente il martedì di un’ora e mezza. Dopo pochi incontri decidemmo di vederci 3 giorni a settimana: martedì, sabato e domenica. Mediamente facciamo 4 ore ciascuna volta con un piccolo break di 10-15 minuti, ma qualche volta superiamo le 5 ore…! Non abbiamo mai interrotto le lezioni, nemmeno in questi giorni difficili: prima andavo a casa sua e ora le facciamo a telefono.
Come sono strutturate le nostre lezioni:
iniziamo a chiacchierare su ciò che ci è accaduto nei giorni precedenti, su ciò che accade nel mondo, Papa, scuola, amici, mia figlia (che conosce via telefono e che ha un anno in meno), Egitto, film, attualità, Europa… Poi iniziamo con la fisica: le spiego la teoria, le preparo gli schemi riassuntivi, in modo che abbia schematizzata tutta la teoria e i punti fondamentali, le formule ora gliele mando via whatsapp.
Teoria, qualche chiacchiera e tanti esercizi
Incominciamo a fare gli esercizi, ognuno per conto proprio, prima quelli assegnati dalla sua insegnante, una volta terminati proseguiamo con gli altri del libro, l’obiettivo è farli tutti, se abbiamo tempo facciamo anche quelli del libro di mia figlia! Può accadere che mi accorga che ha confusione sulla teoria e se me ne accorgo mentre fa gli esercizi, a quel punto mi fermo e ripartiamo da zero, ripassiamo tutta la teoria e rifacciamo tutti gli esercizi dall’inizio e vedo se stavolta ha capito. In genere andiamo più avanti della sua professoressa! La lezione termina con i consigli che le do per fare in modo che la sua professoressa possa rendersi conto dei progressi che sta facendo visto che dedica alla classe solo un’ora alla settimana.
Il sogno di Sandy
Al termine della lezione le dico sempre che ha una volontà di ferro e una determinazione pazzesca (qualità rarissima), che la apprezzo tantissimo, le dico anche che questo la aiuterà tantissimo in futuro e che ne avrà bisogno e che è capace. Lei ha un sogno, diventare pediatra, che mi disse subito al primo incontro, le ho detto più volte di non permettere a nessuno di toglierglielo! Lei mi ha raccontato anche di tanti professori che hanno cercato di dissuaderla a rimanere nella scuola, ma lei ha sempre resistito, le ho detto che ha fatto benissimo.
Io sono sicura che ce la può fare
Questo conferma la impressione che io ho avuto la prima volta che l’ho incontrata: è capace, determinata, sa cosa vuole, non molla, ha bisogno di essere affiancata perché ha delle lacune, non ha paura della fatica, è cosciente di essere fortunata ad essere in Italia, ora sta utilizzando al massimo il mio aiuto. Le ho detto più volte che lei è una ricchezza per il nostro paese, assieme alla sua splendida famiglia, che tanti ragazzi dovrebbero imparare da lei. Adesso ogni tanto mi chiede aiuto anche in geometria. Io sono contenta perchè per me è un piacere lavorare con lei; lavorare con giovani del genere, oltre che aiutare loro, significa, anche se sono solo gocce nell’oceano, aiutare il paese a crescere perché loro sono la generazione futura
Francesca, una volontaria dei laboratori